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Quante persono sono allergiche alle penicilline nel 2022?
Le penicilline sono state scoperte circa 90 anni fa e utilizzate, per la prima volta, da oltre 75 anni. Oggi il problema più importante nella cura delle malattie infettive è quello della resistenza agli antibiotici.
Il rischio della resistenza agli antibiotici
Il problema della resistenza agli antibiotici aumenta costantemente e non viene compensata dallo sviluppo di nuovi antibiotici. Dall’altra parte esiste una situazione in cui circa il 12% della popolazione mondiale è etichettato come allergico alla penicillina. Molte diagnosi di allergia alle penicilline viene fatto da medici NON allergologi e non viene eseguito nessun test successivo per confermare questa diagnosi. A causa di queste diagnosi non corrette ne consegue un uso di altri antibiotici, con la conseguenza di un aumento della resistenza e un impatto negativo sull’assistenza sanitaria con ritardi nel trattamento, maggiore utilizzo e costo dell’assistenza sanitaria, trattamento meno efficace.
Esantema virale confuso con reazione allergica all’antibiotico
Spesso l’errore più frequente avviene nelle cure dei bambini e viene confuso un esantema virale “benigno” con una reazione allergica all’antibiotico, che è quasi sempre una penicillina, più frequentemente l’amoxicillina (nomi commerciali Zimox, Augmentin, Clavulin, NeoDuplasmox).
Casi sopetti: necessaria visita allergologica
Per risolvere questo problema di “falsa” allergia alla penicillina (amoxicillina o latro antibiotico della famiglia dei betalattamici, come le cefalosporine) è necessaria una consulenza allergologica con uno specialista esperto in allergie a farmaci. Attraverso test è possibile confgermare o escludere la diagnosi di allergia al farmaco e consentire di curare meglio le infezioni, per tutta la vita.
Falsa diagnosi allergia alle penicilline=rischio di non curarsi bene per tutta la vita
L’etichetta di “allergico alla penicillina” crea, inoltre, un altro rischio: quello di trasformarsi in una etichetta di allergia possibile a tutti i farmaci, creando problemi nella prescrizione di cure nuove o interventi chirurgici o esami radiologici con mezzo di contrasto. Un’etichetta di allergia alla penicillina dovrebbe essere vista e affrontata come una minaccia per la salute sia personale che pubblica. Il paziente dovrebbe portare con se una documentazione di tutte le reazioni, i certificati degli accessi al pronto soccorso, in caso di reazioni, e le visite specialistiche e del medico curante.
La premedicazione: una pratica inutile e con molti effetti collaterali
Ogni imprecisione aumenta il rischio di curarsi con difficoltà, rallentando l’inizio di terapie necessarie o addirittura orientare verso trattamenti di premedicazione. La premedicazione è una forma di prevenzione dalle possibili reazioni a farmaci (compresi mezzi di contrasto in radiologia o anestesie generali o locali) che si è dimostrata essere quasi sempre inutile, nel caso di vere allergie, e dannosa e gravata da effetti collaterali, se non esiste il rischio di allergia (si tratta di una dose altissima di cortisopne e antistaminici da assumere il giorno prededente).
Rischio reale di allergie a peniclline spesso sovrastimato
Nella pratica attuale, è probabile che meno dell’1% dei pazienti conlievi reazioni sarà a rischio di una reazione allergica alle penicilline, dopo la consulenza allergologica. Inoltre una diagnosi di falsa “allergia alla penicillina” crea quasi sempre il dubbio di possibile allergia alle cefalosporine, per la diffusa opinione di una possibile reazione crociata tra penicilline e cefalosporine. In realtà questo rischio è molto basso (meno del 6%). Se il paziente NON è allergico alla penicillina, ma è stato considerato tale, viene escluso da cure efficaci, con bassi effetti collaterali e che si possono dare a bambini e donne in gravidanza o che devono affrontare un parto cesareo!
Evitare diagnosi non esatte di allergia a penicilline, come amoxicillina e cefalosporine
Evitare di classificare frettolosamente una reazione coma allergia ai betalattamici, cioà penicilline e cefalosporine. Ogni diagnosi di sospetta allergia a farmaci deve essere compovata dall’allergologo. Una falsa etichetta può creare problemi per il paziente e per la comunità perchè l’uso di antibiotici diversi può creare il problema delle resistenza batteriche. Attenzione ad evitare l’etichettatura non necessaria in occasione di lievi eruzioni cutanee di probabile origine virale, soprattutto nei bambini.